I Greci credevano che le immagini giungessero al petto in forma di soffio o di respiro. Così accadeva per i suoni e per gli odori. Nello stesso modo utilizziamo oggi la parola aura. È forse questa l’origine del confortare appoggiando la mano sulle spalle o dietro la schiena. Perché le immagini, la materia della nostra coscienza, non fuoriescano dal recinto delle costole. O forse ci ricordiamo l’un l’altro che nel petto alberga l’origine di tutto. Questa è la natura della creazione e dell’amore: che venga tolta una costola e che sia richiusa la carne al suo posto.
L’Italia, «matrice irripetibile di storia», e la sua Aura – «singolare intreccio di spazio e di tempo: l’apparizione unica di una lontananza». Lo sguardo sensibile e ironico di Alessandro Celani si posa con delicatezza sui santuari laici della bellezza italiana, sugli uomini, le donne e le memorie che li attraversano: una mappa fotografica che va da Orosei a Siracusa al Passo dello Stelvio, passando per l’eternità in frantumi di Roma, Firenze, Venezia.
Ogni scatto, accompagnato da annotazioni in forma di diario, sentenza o epigrafe, è la tappa di un’autobiografia intellettuale e allo stesso tempo di una riflessione antropologica sulle innumerevoli contraddizioni del bel paese.
Fra schermi digitali, rovine del passato, ombre ed echi di poeti e artisti da Werner Herzog a Italo Calvino, il Grand Tour di Celani è un discorso universale sulla miseria e la grandezza, sul destino e l’origine, sull’umano e il divino.
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The Greeks believed that images reached the chest in the form
of blowing or breathing. So it was for sounds and odors.
In the same way we use the term “aura.” This is perhaps the
origin of giving comfort by placing a hand on the shoulders
or on the back. So that images, the matter of our consciousness,
do not spill out of the rib cage. Or perhaps we remind each
other that the origin of all resides in the chest. This is the
nature of creation and love: that a rib may be removed
and that flesh may close up in its place.
Italy, «privileged matrix for history», and its Aura – «a strange weave of
space and time: the unique appearance or semblance of distance». Alessandro
Celani’s gaze, sensitive and ironic, falls delicately on the laic sanctuaries
of Italian beauty, on men and women and the memories that pass
through them: a photographic map that goes from Orosei to Siracuse, to the
Stelvio Pass, to the fragmented eternity of Rome, Florence, and Venice.
Every picture, paralleled with notes in the form of a travelogue, an aphorism
or an epigraph, is a stage in the intellectual autobiography and of an
anthropological reflection on the innumerable contradictions of the bel paese.
Among digital screens, ancient ruins, and shadows, echoes of poets and
artists from Werner Herzog to Italo Calvino, Celani’s Grand Tour is an investigation
on misery and grandeur, on destiny and origin, on the human and
the divine.
Alessandro Celani, dottore di ricerca in Storia antica, è autore di una monografia sul reimpiego dell’arte greca in Roma,
Opere d’arte greche nella Roma di Augusto (Napoli 1998) e ha scritto variamente di scultura antica. È stato borsista alla Scuola Archeologica Italiana di Atene. Attualmente insegna Storia e Storia dell’Arte nella sede di Cortona della University of Alberta. Per i tipi di Aguaplano ha pubblicato il saggio
Una certa inquietudine naturale. Sculture ellenistiche fra senso e significato (2013), la raccolta di poesie e fotografie
Una lingua in esilio (2014) e il pamphlet
Victima. Discorso e forma dell'uccidere (2016). Fotografo, ha esposto sue opere nella mostra
La forza delle rovine (Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps, Roma ottobre-gennaio 2016).
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Alessandro Celani, writer and photographer, has published with Aguaplano Una certa inquietudine naturale (2013), Una lingua in esilio (2014) and Victima (2016).