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Chiara Cruciani, Cristina Galassi

Umberto Gnoli e la riscoperta dell’arte umbra


2024

Isbn: 9791280662217
Pagine: 144



Umberto Gnoli va annoverato in quel gruppo di studiosi, nati nell’ultimo quarto del XIX secolo, che operarono con instancabile e pionieristica dedizione per lo studio e la conoscenza – ma anche per l’organizzazione e la salvaguardia – dell’immenso patrimonio storico-artistico del neonato Stato italiano, ricoprendo peraltro ruoli significativi nel settore ministeriale della tutela fino alla metà del Novecento. Allievo di Adolfo Venturi, sin dai suoi primi studi Gnoli dimostra di aver recepito le istanze metodologiche emerse nell’ampio dibattito europeo di fine Ottocento: l’enfasi riservata alla ricerca storico-artistica quale disciplina positiva; la prevalenza dell’indagine documentaria nell’impostazione dello studio; la lettura filologica e obiettiva dell’opera d’arte nei suoi caratteri formali, tecnici e iconografici; il supporto delle sempre più raffinate tecniche di riproduzione fotografica. Istanze riannodate, nel solco tracciato da Venturi, in una generale visione “evoluzionistica” dei fatti dell’arte e degli artisti, secondo l’«assunto della ciclicità dell’arte concepita in chiave naturalistica» (Gianni Carlo Sciolla). Di Umberto Gnoli Cristina Galassi ha accuratamente ripercorso l’attività scientifica, soffermandosi anche sugli incarichi di primissimo piano che egli ricoprì nella salvaguardia del patrimonio storico-artistico regionale: dal 1909 fu Ispettore presso la Soprintendenza ai Monumenti dell’Umbria; nel 1921 fu nominato direttore della Regia Galleria dell’Umbria e soprintendente alle Gallerie, ai musei medievali e moderni e agli oggetti d’arte; in questa veste, oltre a redigere il nuovo inventario della Galleria, si adoperò per rinnovarne il percorso espositivo e incrementarne le collezioni attraverso donazioni, nuove acquisizioni e recuperi. Altrettanto rimarchevole è stata la sua opera di animatore culturale, di promotore di iniziative editoriali e di fondatore della rivista «Rassegna d’arte umbra» (1909-1921), della quale Chiara Cruciani ripercorre la genesi e lo sviluppo, indagandone la struttura e i principi metodologici e proponendo una dettagliata ricognizione dei più rilevanti contributi monografici: una vera e propria immersione nell’arte umbra dal Duecento al tardo Rinascimento attraverso lo sguardo – e le scoperte più eclatanti – dei «migliori scrittori d’Arte italiani e stranieri».
Chiara Cruciani è dottoranda di ricerca in Storia, Arti e Linguaggi nell’Europa Antica e Moderna all’Università degli Studi di Perugia e docente nella Scuola secondaria. È cultrice della materia per gli insegnamenti di Storia della Critica d’Arte e del Collezionismo nell’Ateneo perugino. Presso il Dipartimento di Lettere, dopo la laurea in Beni e Attività Culturali e la laurea magistrale in Storia dell’Arte, ha conseguito il diploma di specializzazione in Beni Storico-Artistici. È segretaria di redazione di «Fontes. Rivista di Iconografia e Storia della Critica d’Arte». Ha svolto incarichi di collaborazione con enti pubblici e privati per l’elaborazione e la redazione di testi a contenuto storico-artistico, nell’ambito di progetti innovativi di salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali. Si è principalmente dedicata alla storia dell’arte umbra, rivolgendo particolare attenzione, tra l’altro, alle perlustrazioni regionali di Giovanni Battista Cavalcaselle, di cui si è occupata in diversi ambiti di ricerca a partire dal 2018 e sui cui manoscritti sta attualmente portando a termine l’attività dottorale. Per i tipi di Aguaplano ha curato la trascrizione delle carte in L’occhio del conoscitore. Le ricognizioni di Cavalcaselle e le opere della Galleria Nazionale dell’Umbria nel Taccuino XI della Biblioteca Marciana, di Cristina Galassi (2023).Cristina Galassi insegna Storia della Critica d’Arte all’Università degli Studi di Perugia. È direttore della Scuola di specializzazione in beni storico artistici dell’Ateneo perugino. Si è occupata di storiografia artistica, in particolare fra Sette e Ottocento, di biografie d’artisti, letteratura di viaggio, riviste d’arte, museologia. Ha scritto, tra l’altro, di scultura lignea, dispersione e conservazione del patrimonio artistico e storia dell’arte umbra. Ha pubblicato una considerevole monografia sulle requisizioni napoleoniche a Perugia (Il tesoro perduto, 2004), studi su Nero Alberti da Sansepolcro (Sculture “da vestire”, 2005), su Nicolo Circignani, il Pomarancio (2007) e sul Palazzo Trinci in Foligno (2008) e ha curato l’edizione dell’Iconologia di Cesare Ripa (5 volumi, 2010). Ha organizzato numerosi convegni nazionali e internazionali e ha curato numerose mostre. È membro dei comitati di direzione scientifica di «Rivista d’Arte», «Studi di Storia dell’Arte», «Annali di Critica d’Arte». È condirettore di «Fontes. Rivista di Iconografia e Storia della Critica d'Arte» e della rivista internazionale di studi «Birgittiana».
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