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Roberto Cara, Valentina Lapierre

Tra Garofalo e i Dossi

Una pala d’altare di «Sebastianus pictor» a Orte


2023

Isbn: 9791280662170
Pagine: 176



L’individuazione della collocazione originaria (Grignano Polesine, oggi frazione di Rovigo) di una pala d’altare “ferrarese”, firmata SEBASTIANVS P., che si conserva presso il Museo Diocesano d’Arte Sacra di Orte, e la proposta di identificazione del suo autore con il lendinarese Sebastiano Filippi senior (documentato tra il 1511 e il 1524) costituiscono l’occasione per una verifica del catalogo dell’artista, attentamente riconsiderato alla luce degli studi più recenti sulla pittura estense del principio del Cinquecento. Serrate considerazioni stilistiche e ritrovamenti archivistici e figurativi portano gli studiosi a ridiscutere alcuni punti dibattuti della storia artistica ferrarese, dalla datazione del Polittico Costabili alla produzione di Dosso e Battista Dossi e di altri pittori del loro entourage (Camillo Filippi, Jacopo Panicciati alias Monogrammista IA). La messe di informazioni raccolte in questo volume, con attenzione particolare alle visite pastorali, utili – si spera – anche agli specialisti di altre discipline, non rappresenta uno sfoggio di erudizione fine a sé stesso ma è finalizzato alla ricostruzione di contesti, artistici e collezionistici, spesso misconosciuti. Si ha la certezza che la lettura di questo contributo, meditato e non occasionale, in cui si è cercato di ricostruire – per quanto possibile, in modo capillare e preciso – le relazioni di stampe e dipinti con altre opere d’arte, suffraghi la validità dell’asserzione longhiana: «l’opera non sta mai sola; è sempre un rapporto. Per cominciare: almeno un rapporto con un’altra opera d’arte» (Proposte per una critica d’arte, «Paragone», 1, 1950, p. 17).
Valentina Lapierre, storica dell’arte, si è laureata a Ferrara con una tesi sull’iconografia delle feste medicee. Ha lavorato come restauratrice nel mondo dell’antiquariato e per fondazioni culturali. Studia soprattutto l’arte ferrarese, dal Rinascimento al Barocco, specializzandosi nell’opera del pittore Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino e degli artisti del suo ambito, su cui sta preparando un aggiornamento.Roberto Cara, laureato e specializzato alla Statale di Milano, ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Storia e critica dei beni artistici, musicali e dello spettacolo presso l’Università degli Studi di Padova. Si occupa prevalentemente di arte nell’Italia settentrionale fra Quattro e Seicento, di storia della letteratura artistica, del collezionismo e delle esposizioni d’arte antica nel Novecento.
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