Francesco Federico Mancini
Perugino giovane a Deruta
L’affresco della Pinacoteca Comunale
2024
15 x 21, brossura
Isbn: 9788885803749
Pagine: 72
L’affresco della Pinacoteca Comunale di Deruta è senz’altro singolare, vista la rarità della sua iconografia. E
non si tratta della rappresentazione di san Rocco, spesso raffigurato in contesti devozionali contra pestem;
ma piuttosto di Romano, da identificare con Romano il Melode, il presbitero vissuto a Costantinopoli al
tempo di Anastasio I. Il dipinto di Deruta raffigura il momento in cui l’Eterno, che vigila sul mondo, sta
concedendo la sua misericordia ai derutesi attraverso il gesto della benedizione. I santi intercessori si
frappongono tra costui e il paese, meticolosamente descritto. L’attribuzione a Pietro Perugino è frutto di
studi recenti. Anteriormente lo si riteneva di Fiorenzo di Lorenzo e il primo a fare il nome di questo artista
fu Luigi Carattoli (1855), seguito da Giovanni Battista Cavalcaselle (1858). Qualche anno più tardi la
paternità di Fiorenzo venne confermata da Jean Carlyle Graham (1903), da Siegfried David Friedrich Weber
(1904), da Adolfo Venturi (1913) e da Umberto Gnoli (1923). Con il forte ridimensionamento della figura di
Fiorenzo dovuto agli studi di Federico Zeri (1953), si aprì la strada per una nuova attribuzione che Pietro
Scarpellini (1984) formulò a favore di Pietro Perugino. Lo studio di Francesco Federico Mancini indaga con
acutezza l’affresco e ne ripercorre la storia critica e conservativa, sottolineando il ruolo che il dipinto
occupa – soprattutto in virtù della sua data precoce (1476) – nella ricostruzione, assai problematica, degli
esordi di Pietro Perugino.
Francesco Federico Mancini è professore ordinario di Storia dell’Arte Moderna nell’Università di Perugia. La sua produzione scientifica, costituita da oltre 200 titoli, riguarda prevalentemente l’arte italiana dal Medioevo al Novecento.
I suoi studi si sono concentrati sulla pittura del Quattrocento in Umbria (Benedetto Bonfigli, Pietro di Galeotto, Pintoricchio, Perugino e il peruginismo, Piermatteo d’Amelia), l’attività umbra di Piero della Francesca, la produzione giovanile di Raffaello e il fenomeno del raffaellismo a Perugia e in Umbria, Federico Barocci e la diffusione del baroccismo. Autore di monografie su Raffaello, Benedetto Bonfigli e Leonardo Scaglia, ha curato, in collaborazione con Vittoria Garibaldi, alcune grandi mostre: Perugino (2004), Pintoricchio (2007), Piermatteo d’Amelia (2009) e Signorelli (2012). Ha diretto e in larga parte curato i cataloghi sistematici dei musei di Bevagna, Città di Castello, Deruta, Nocera Umbra, Perugia (Collezione Valentino Martinelli e Collezione della Fondazione Cassa di Risparmio).