Michele Dantini (a cura di)
L’entre-deux-guerres in Italia
Storia dell'arte, storia della critica, storia politica
Saggi di Fabio Benzi, Luca La Rovere, Michele Dantini, Cristina Galassi, Emanuele Pellegrini, Marta Nezzo, Alessandro Del Puppo, Tommaso Casini, Alessandro Romanello, Stefania Petrillo, Aurora Roscini Vitali, Michela Morelli, Andrea Baffoni, Antonio Allegra, Alessandra Migliorati.
Isbn: 9788885803336
Pagine: 272
I saggi raccolti in questo volume, trascrizioni ampliate degli interventi al convegno
Storia dell’arte, storia della critica, storia politica (Perugia, Università per Stranieri, 22-23 maggio 2018), si propongono di tracciare un quadro ampio e frastagliato dei rapporti tra artisti, società e politica nel periodo dell’entre-deuxguerres in Italia. A fronte dei numerosi ambiti tematici esplorati, si possono indicare significative convergenze di interessi: relative all’indagine sulle politiche artistiche e culturali, ad esempio; o all’esame del ruolo sociale di artisti impegnati, in Italia, nell’allestimento di forme visuali di “liturgia politica”; o, ancora, al tentativo di decifrare la difficile transizione tra fascismo e Repubblica. Non mancano ricerche dedicate al collezionismo pubblico e privato nel Ventennio, alle
diverse accezioni e “ideologie” del fascismo futurista, alla comunicazione artistica del regime e, non ultimi,
ai contrasti e alle inquietudini che scuotono da subito, o a distanza di qualche decennio, il fronte tutt’altro che
lineare e compatto dell’antifascismo.
A differenza di altri regimi totalitari, il fascismo ha avvicinato le arti e ha certamente sollecitato il consenso degli artisti senza praticare, almeno fino a un certo punto, una “politica dello stile”. Una simile circostanza rende più difficile tracciare demarcazioni nette o stabilire categorie. Inoltre, la continuità di medio periodo tra interventismo, nazionalismo futurista, fiumanesimo e fascismo delle origini contribuisce a caratterizzare in senso pressoché unico la scena italiana in merito al rapporto tra arte e mito nazionale – il mito della «Grande Italia» – immediatamente prima e dopo la Marcia su Roma. Nasce da queste constatazioni la duplice ambizione del convegno e del volume. Sotto il profilo delle narrazioni storiografiche, avviare trattazioni più connesse e integrate della prima e della seconda metà del Novecento italiano, sfidando cesure considerate sino a oggi invalicabili, mutamenti di ideologia o di dizionario, edificanti paradigmi postbellici – ad esempio, quello della tabula rasa. Sotto il profilo del metodo, incoraggiare il dialogo tra discipline oggi distanti e separate.